Smart Working, cosa serve? Personalmente mi sono organizzato con alcune semplici app che spesso consiglio ai miei clienti, soprattutto a chi ha necessità, come me, di spostarsi ed essere operativo fuori ufficio.
Il mio lavoro di consulenza mi ha sempre portato ad essere in giro, macinando chilometri e chilometri al giorno, impedendomi di essere efficace nella comunicazione istituzionale (invio/lettura email, presa a carico di tematiche amministrative e/o tecniche, invio file specifici), oltre ad essere sempre carico di carta, perdendo a volte note importanti oppure non ricordare a chi era associata o a quando risaliva quella particolare annotazione. Tutto questo disordine mi impedisce di ricordare (e ritengo di avere una buonissima memoria) tutto di tutto (scandenze comprese!) a discapito della qualità del mio lavoro e, di conseguenza, della consulenza proposta ai clienti.
Oggi ho imparato a convivere con la tecnologia mobile, cercando di conoscere e sfruttare quanto più possibile alcuni strumenti utili affinché il mio ufficio itinerante sia racchiuso in un dispositivo mobile (il mio tablet) e che si sincronizzi con tutti i documenti utili per la mia attività. Insomma, sono diventato più smart!
Certo, Vodafone aiuta con un’applicazione dedicata per la forza vendita, ma a me piace prendermi cura dei clienti a modo mio, personalizzando note, file, promemoria, tabelle e raccolte email. E poi, cosa fondamentale, devo avere tutto a portata di mano, sempre (non posso certo trovarmi da un cliente e non riuscire a scaricare un documento perché terminato il traffico disponibile o perché la zona non è particolarmente performante con la rete Vodafone…nessun operatore è perfetto!).
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Questo stile di lavoro oggi viene definito smart working (lavoro intelligente).
Ho scoperto qualche anno fa (2013) gli archivi in cloud (Google Drive, Dropbox e OneDrive), ognuno per un uso dedicato della vita quotidiana (personale e professionale); Everonte (il mio vero ufficio itinerante) utile per l’organizzazione di note, raccolte email importanti, file; OneNote (lo uso poco a dire il vero ma lo sto rivalutando in positivo) utile per la creazione di bozze di documenti (fa parte del pacchetto Microsoft Office ed ha un editing eccezionale) e per archiare appunti formativi (in questo lo prefersico ad Evernote); infine, un’agenda elettronica (io utilizzo Google Calendar, ma oggi ogni casella di posta offre un servizio di calendario e contatti) per avere la possibilità di annotarsi un appuntamento in qualsiasi momento. Un’agenda elettronica non serve a molto se non la si usa per ciò che deve essere la sua funzione! E’ importante inserire l’indirizzo dell’appuntamento ed avere attiva la geolocalizzazione aperta sullo smartphone perchè ci consente di raggiungere il luogo desiderato utilizzando il navigatore (Google Maps o Mappe Microsoft), così come ci torna utile lanciare un promemoria ad una persona per la conferma del nostro appuntamento (risparmiando il tempo di una telefonata), insirire un documento utile per entrambi (in questo sostituisce l’invio delle email).
Insomma, gli strumenti ci sono (in generale preferisco le Google Apps, ma gli store sono pieni di tante utility) ed io mi occupo di farli conoscere. Non vendo il servizio ma da piccolo imprenditore credo che il tempo sia denaro per tutti e rendere efficace il proprio lavoro è sinonimo di qualità. E la qualità ci distingue dagli altri.
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Ma oltre a questi strumenti, ci sono strumenti forse che si danno per scontato ma che spesso richiedono l’intervento di un professionista (il ché va bene, ma in alcuni casi potrebbe essere superfluo, eccessivo).
Mi riferisco alla creazione di un sito web (oggi importante biglietto da visita) e alla creazione e gestione di eventuali pagine dei social network.
In alcune realtà è importante affidarsi ad un professionista (soprattutto se poi si vuole offrire un servizio di e-commerce o se si vuole internazionalizzare la propria attività con l’import/export), ma in alcuni casi potrebbe non essere necessario (soprattutto se il sito è pensato al solo scopo informativo e quindi molto statico) o si vuole essere sul web ma non si hanno fondi disponibili da investire (spesso si pensa a chissà quali cifre, ma stiamo parlando di uno strumento di crescita utile per la propria attività e come tale deve essere visto non come costo ma come investimento).
Non mi ritengo un tuttologo ne un professionista con la “P” maiuscola del web, ma fornisco servizi di rete e di accesso al web e conoscere il mio cliente e le sue esigenze e potenzialità di crescita torna comodo (innanzitutto contribuisco allo sviluppo, alla stabilità ed all’innovazione della realtà aziendale e poi, evito di perdere un cliente perchè non è riuscito a sopravvivere ai nuovi mercati). E se un cliente è contento vuol dire la mia idea di co-business funziona ed è redditizia per tutti.